Proprio nel luogo in cui nasce la legge del nostro Paese, quella stessa legge non ha diritto di entrare. E' questo il risultato dell'autodichia, una prerogativa del parlamento italiano che affida ad appena una ventina di persone (i componenti dell'ufficio di presidenza di ciascuna camera) la più totale autonomia decisionale in numerosi ambiti, sfuggendo al controllo, tra gli altri, della legge ordinaria, della Guardia di Finanza, della Corte dei Conti e degli ispettori del lavoro.
venerdì 4 dicembre 2015
Ddl riforme: Grasso, auspico conclusione percorso nei prossimi mesi
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 03 dic - "L'auspicio che
nei prossimi mesi si compia l'importante percorso di riforme
costituzionali" e' stato espresso dal presidente del Senato,
Pietro Grasso, nel suo intervento al convegno 'Costruire il
Nuovo Senato'. Grasso ha ricordato che, in parallelo, "nuove
risposte si attendono dalla Corte costituzionale su temi
(come l'autodichia) che da sempre identificano la sfera di
autonomia parlamentare".
Infine Grasso si e' augurato che "al livello dell'Unione
europea si trovino assetti idonei a migliorare l'interazione
dei parlamenti nazionali con le istituzioni europee".
CONSULTA: BUEMI (PSI), REGOLE PUNTUALI ANCHE PER LA CORTE
ROMA, 3 dic - "L'ultima trasmissione di Report ha dimostrato che esigenze di bilancio, ma anche impegni internazionali e buon andamento amministrativo, possono suggerire di non travolgere atti o situazioni, radicatesi sulla base della legge dichiarata incostituzionale. Il disegno di legge proposto, perciò, pone definitivamente termine alla diatriba sulle condizioni, per cui la Corte potrà ritardare gli effetti delle sue sentenze".
giovedì 29 ottobre 2015
Presentazione del Libro Lo scudo di cartone
Lo scudo di cartone. Diritto politico e riserva parlamentare -
Presentazione del libro di Giampiero Buonomo
(Rubbettino Università Editore)
a questo link puoi riascoltare la presentazione del libro:
Lo scudo di cartone. Diritto politico e riserva parlamentare - Presentazione del libro di Giampiero Buonomo (Rubbettino Università Editore)
Allocuzione in Ara Coeli alla presentazione del 28 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
Lettera aperta a Beniamino Piccone su Autodichia
Lettera di commento all'articolo La follia dell’autodichìa di Beniamino Piccone del 19 ottobre 2015
Gentile professor Piccone,
Le siamo grati di aver dato
visibilità, sul Suo blog ("La
follia dell’autodichìa", 19 ottobre 2015), alla battaglia con
cui è stata portata "in Corte Costituzionale la questione di uno dei più
arcaici privilegi, di stampo monarchico, che vige ormai unicamente al mondo
presso gli organi costituzionali nel nostro Paese", l'autodichia. I
radicali sono parte non secondaria di questa battaglia, da quando il ricorrente
perse i suoi avvocati per aver depositato in Cassazione un gruppo di disegni di
legge, tra cui quello proposto da Rita Bernardini nella scorsa legislatura.
Forti di questa primazia, vorremmo però invitarla a non cadere nel vizio
metodologico con cui spesso questa complessa questione viene affrontata.
C'è chi depreca l'autodichia perché
consente retribuzioni fuori mercato per un migliaio di dipendenti pubblici, ma
poi la invoca per impedire loro di ricorrere contro il taglio extra-legale
delle predette retribuzioni. C'è chi depreca l'autodichia perché le Camere
hanno accordato "in house" il retributivo ai vitalizi degli ex
parlamentari, ma poi la invoca per revocare i predetti ai condannati con una
semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza. C'è chi depreca l'autodichia
perché consente di tenere portaborsi sottopagati al nero senza versamenti
contributivi, ma poi lascia la nostra Bonino da sola a votare a favore
dell'accesso degli Ispettori del lavoro in Senato. C'è chi depreca l'autodichia
perché consente l'accesso ai lobbisti ai Palazzi senza un registro pubblico, ma
poi la invoca quando uno di loro viene escluso dai palazzi senza possibilità di
ricorrere al giudice contro l'esclusione. C'è chi depreca l'autodichia perché
il riparto dei tempi per l'accesso ai mezzi radiotelevisivi è deciso
politicamente da una Commissione bicamerale, ma poi la invoca quando i radicali
esclusi ricorrono al TAR contro il riparto. C'è chi depreca l'autodichia perché
le nomine alle Authoritiesvengono fatte in Parlamento senza curriculum
pubblici depositati, ma poi la invoca quando qualcuno ricorre alla Corte
d'appello contro la carenza di titoli del nominato.
Questo avviene perché l'autodichia è
una procedura, più che un privilegio: essa sottrae al giudice la possibilità di
rivalutare atti che avvengono all'interno dei Palazzi del potere. Noi abbiamo
proposto che questa sottrazione si limitasse agli atti della funzione
dell'organo costituzionale (per il Parlamento, fare leggi o emendamenti e
svolgere interrogazioni), dando invece libero accesso allo Stato di diritto
quando si agisce come una qualsiasi altra pubblica amministrazione. Vediamo che
la sentenza n. 120 del 2014 ha iniziato ad affacciare questo concetto, e siamo
fiduciosi che la battaglia di Piero porterà ad una piena affermazione dello
Stato di diritto nella gestione amministrativa dei palazzi del potere.
Come per tutte le procedure,
potranno giovare ora all'una, ora all'altra parte: ottima occasione per
risistemare l'intera materia con una legge, pessima occasione per
ridimensionare in termini di "voracità" le giuste doglianze degli
interessati. Spezzare il circolo vizioso dell'autodichia si può, a costo di
approcciarsi ad essa con onestà intellettuale: quella che a Lei, siamo certi,
non mancherà, dando pubblicità sul Suo blog alla presente lettera.
Con i migliori saluti
Irene Testa, Coautrice insieme ad
Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, lo Scudo dell'Autodichia
Maurizio Turco, già parlamentare
Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera
mercoledì 5 agosto 2015
CAMERA: SU AUTODICHIA COLGA OCCASIONE PER RIPENSARE A UN PRIVILEGIO ORMAI UNICO AL MONDO
Dichiarazione di Irene Testa coautrice con A. Gerardi del libro “Parlamento Zona Franca, lo Scudo dell’Autodichia” e della Direzione Nazionale di Radicali Italiani
Tra poco meno di un’ora la Camera è chiamata a votare sul caso del dipendente del Senato Piero Lorenzoni, demansionato e ricorrente in Cassazione, che con la sua battaglia è riuscito a portare in Corte Costituzionale, partendo dalla sua storia personale, la questione di uno dei più arcaici privilegi, di stampo monarchico, che vige ormai unicamente al mondo presso gli organi costituzionali nel nostro Paese: l’autodichia.
Mi auguro che i pochi deputati rimasti in prossimità delle ferie estive, riflettano sul vulnus allo stato di diritto rappresentato dall’istituto dell’autodichia e non si lascino sfuggire l’occasione di liberare le istituzioni da un retaggio che vuole il Parlamento al di sopra della legge vigente nel resto del Paese.
http://autodichia.blogspot.it
Mi auguro che i pochi deputati rimasti in prossimità delle ferie estive, riflettano sul vulnus allo stato di diritto rappresentato dall’istituto dell’autodichia e non si lascino sfuggire l’occasione di liberare le istituzioni da un retaggio che vuole il Parlamento al di sopra della legge vigente nel resto del Paese.
http://autodichia.blogspot.it
Lettera al giornalista Sergio Rizzo del Corriere della Sera
Lettera al giornalista Sergio Rizzo del Corriere della Sera
ABOLIZIONE AUTODICHIA: BUEMI, NON E' UNA MIA BATTAGLIA IN SOLITARIA
"Stimato dottor Rizzo,
La ringrazio di aver evidenziato oggi sul Corriere della Sera le conseguenze negative che derivano dalla sopravvivenza dell'istituto dell'Autodichia nel Parlamento italiano (unico nel panorama delle democrazie del XXI secolo, secondo la sentenza Corte cost. n. 120 del 2014). Unico motivo di precisazione, che traggo dalla lettura del Suo pregevole articolo, è quello secondo cui vi sarebbe un generale consenso - ai limiti della connivenza - per il mantenimento in vita di questo istituto.
mercoledì 20 maggio 2015
Rassegna stampa su questione vitalizi ai condannati
Mattarella: al Quirinale divieto di cumulo tra retribuzione e pensione e tetto agli stipendi, come i manager
"All’interno della presidenza della Repubblica ha disposto l’applicazione del tetto alle retribuzioni (240mila euro) stabilito per i manager pubblici." «Il Presidente della Repubblica - si legge nella nota - con il decreto presidenziale n. 1 del 23 febbraio 2015 ha disposto, nei confronti di tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza, l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni. Questo divieto - previsto dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1, comma 489 - non era, per sua espressa disposizione, direttamente Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/vOBKAi
I giudici costituzionali guadagnano troppo. Comodo dirlo adesso
di Dimitri Buffa
Comodo dirlo e scriverlo adesso. Che i giudici costituzionali guadagnano troppo. I più pagati del mondo con i circa 26 mila euro lordi di stipendio mensile che si trasformano in pensioni di equivalente portata dopo i nove anni del rispettivo mandato. E che quando c’era la lira guadagnavano 26 milioni di lire al mese. Sempre lorde. Con un cambio lira euro simile a quello fatto dai bottegai nei prezzi dopo il 2000.
Comodo dirlo e scriverlo adesso. Che i giudici costituzionali guadagnano troppo. I più pagati del mondo con i circa 26 mila euro lordi di stipendio mensile che si trasformano in pensioni di equivalente portata dopo i nove anni del rispettivo mandato. E che quando c’era la lira guadagnavano 26 milioni di lire al mese. Sempre lorde. Con un cambio lira euro simile a quello fatto dai bottegai nei prezzi dopo il 2000.
domenica 1 marzo 2015
Docenti universitari rispondono al questionario della campagna "NOAUTODICHIA"
RISPOSTE AL QUESTIONARIO
DELLA CAMPAGNA "NOAUTODICHIA"
PERVENUTE DAI DOCENTI UNIVERSITARI
INTERPELLATI
venerdì 27 febbraio 2015
DA LAURA BOLDRINI, CHE CI ANDATE A FARE?
Dichiarazione di Irene Testa, coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, rivolta all'Associazione Allegato B che ieri ha chiesto un incontro alla Presidente della Camera sullo stato di "assoluta precarietà e incertezza lavorativa" in cui versano i lavoratori del Palazzo:
«Sei un contrattista al nono rinnovo annuale, in violazione delle direttive europee? Sei un portaborse, a cui ogni mese minacciano l'esclusione dalla mensa? Sei un dipendente di Gruppo, a rischio di tornare a casa appena il gruppo parlamentare va sotto soglia? Un addetto ai piani degli immobili di Scarpellini? Un precario del servizio di ristorazione, soppresso e ricostituito ogni tre per due?
Non umiliarti all'ennesima petizione ai Presidenti di Camera o Senato!
Non chiedere di lavorare baciando la pantofola del Sultano!
I diritti conculcati, oltre ogni livello di dignità, hanno un GIUDICE cui ricorrere, quello di tutti gli altri cittadini!
ABBASSO L'AUTODICHIA, che ci tratta come sudditi!
giovedì 26 febbraio 2015
NON SIAMO I PRIGIONIERI DI ZENDA
FIRMA ANCHE TU CONTRO GESTIONE PERSONALE DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI. BASTA UN SEMPLICE CLIC!
Dichiarazione di Irene Testa coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, e diMaurizio Turco, già parlamentare Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera
I Presidenti delle Camere si fanno belli con l’opinione pubblica, mediante l’autodichia: i vitalizi degli ex parlamentari condannati saranno tagliati senza una legge.
Il metodo seguito per regolare “in casa” i rapporti di lavoro, sottraendoli al giudice di tutti gli italiani, ora viene utilizzato per tutta una serie di vicende: si invoca la presunta autonomia normativa dei Consigli di Presidenza delle Camere ogni qualvolta non si ha la forza, il coraggio, la competenza e la professionalità giuridica per scrivere una proposta di legge e sottoporla alle due Camere che ancora, fino a prova contraria, hanno la competenza legislativa.
Dichiarazione di Irene Testa coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, e diMaurizio Turco, già parlamentare Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera
I Presidenti delle Camere si fanno belli con l’opinione pubblica, mediante l’autodichia: i vitalizi degli ex parlamentari condannati saranno tagliati senza una legge.
Il metodo seguito per regolare “in casa” i rapporti di lavoro, sottraendoli al giudice di tutti gli italiani, ora viene utilizzato per tutta una serie di vicende: si invoca la presunta autonomia normativa dei Consigli di Presidenza delle Camere ogni qualvolta non si ha la forza, il coraggio, la competenza e la professionalità giuridica per scrivere una proposta di legge e sottoporla alle due Camere che ancora, fino a prova contraria, hanno la competenza legislativa.
venerdì 20 febbraio 2015
PERCHÉ L'AUTODICHIA NON È QUESTIONE DI SOLDI
Siamo giunti in possesso della lettera che l'autore del ricorso contro l'autodichia ha inviato la settimana scorsa a tutti i dipendenti del Senato. Eccola:
"Cari Tutti,
apprendo con favore, dalla mail recentemente diramata da alcuni sindacati,
che le doglianze di moltissimi dipendenti - contro le recenti decisioni del
Consiglio di Presidenza in materia retributiva - potranno giovarsi delle
vicende legali che in assoluta solitudine sostengo, da almeno nove anni, ad esito del demansionamento illegittimamente subìto, positivamente riconosciuto (allo stato unico caso) e passato in giudicato nel 2006.
martedì 10 febbraio 2015
Mattarella: Irene Testa, serve ventata di novità su autodichia degli organi costituzionali
"In occasione dell'insediamento di Sergio Mattarella al Quirinale, Irene Testa rivolge l'invito al nuovo Presidente, di imprimere una ventata di novità alla trattazione del polveroso dossier dell'autodichia degli organi costituzionali. Una decisione diversa, rispetto al passato, darebbe ingresso allo Stato di diritto anche per una categoria di persone, sin qui trattata in maniera maggiordomale invece che da cittadini".
Autodichia e documenti fantasma
Articolo pubblicato su www.lindro.it di Paola Alunni
Ecco perché un giudice terzo non può controllare gare, appalti e soprattutto cause di lavoro
Ecco perché un giudice terzo non può controllare gare, appalti e soprattutto cause di lavoro
Succede che la politica si perda in discussioni
marginali e che l'informazione cavalchi la demagogia. Succede soprattutto se si
parla di Autodichia, il principio grazie al quale Camera e Senato possono avere
massima libertà di manovra. Un giudice terzo infatti non può entrare né
a Montecitorio, né a Palazzo Madama: nessun controllo su bilanci, conti, gare
d'appalto, affitti e cause di lavoro. Però è stato deciso di tagliare gli
stipendi dei dipendenti. Attenzione, perché le due cose apparentemente sembrano
scollegate, ma non è così. Il taglio degli stipendi Da
gennaio è operativo il taglio degli stipendi dei dipendenti di Palazzo Madama.
Contenti Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella e con loro tanti lettori. Finalmente
tagliano ai ricchi. E' vero, una segretaria solo per il fatto di aver
vinto un concorso al Senato, può guadagnare dieci volte di più di una segretaria
di una pubblica amministrazione qualsiasi. Pur avendo le stesse mansioni. Eppure
le cose non stanno così.
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