mercoledì 26 febbraio 2014

L’autodichia al giudizio della Consulta. La politica a chilometri zero

La politica a chilometri zero
Nelle ultime sedute delle Camere di tutto si è parlato fuor che di misure generali. Una politica che contempla il proprio ombelico può sostituire, in un'Aula legislativa, l'attenzione per le tematiche del Paese nella sua interezza?

Dep. LOMBARDI: Ora ci domandiamo su quali personaggi invece voi facciate affidamento (…) Qualcuno lo abbiamo visto nel corso dell'esame della legge di stabilità e siamo riusciti anche a cacciarli: i lobbisti. Parlo di Tivelli, che siamo riusciti a tirar fuori dal mercato del Parlamento, ma tanti altri ce ne sono e tanti altri ne tireremo fuori nei prossimi mesi. Quindi, voi fate affidamento su questi personaggi, che sono portatori di interessi di grossi gruppi di potere e non certo dei cittadini. (Resoconto stenografico dell'Assemblea della Camera dei deputati di mercoledì 19 febbraio 2014)

giovedì 6 febbraio 2014

SENATO. BERNARDINI/TESTA. GRASSO DECIDE DI RINUNCIARE ALL'AUTODICHIA DEL SENATO, MA SOLO CONTRA PERSONAM


In riferimento all’autodifesa resa stamane nell’Aula dal presidente del Senato, il segretario dei radicali italiani Rita Bernardini e Irene Testa, coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca  hanno dichiarato:

“Dobbiamo essere grati al Presidente del Senato per aver dissipato dallo scranno più alto di palazzo Madama il dubbio sul fatto che il Senato faccia parte dello Stato-apparato (e, quindi, possa costituirsi in giudizio autonomamente rispetto alla Presidenza del consiglio).

Si tratta di un dubbio che, per la verità, non ha mai sfiorato i radicali: in tempi non sospetti abbiamo sostenuto che le Camere del Parlamento sono sottoposte alle stesse regole di tutte le pubbliche amministrazioni dello Stato italiano. A dire il vero, è una posizione che finora vede contrario proprio il Senato, che presieduto da Schifani si è costituito in Cassazione e presieduto da Grasso s’è costituito in Corte costituzionale a difesa dell’autodichia, che quel dubbio nega in radice.

Non resta che auspicare una maggiore consequenzialità, nei comportamenti della Presidenza del Senato, revocando il mandato a costituirsi dinanzi alla Corte costituzionale nella vicenda aperta dall’ordinanza n. 10400 della Corte di cassazione: se il senatore Grasso vuol dimostrare di saper agire “in piena autonomia e indipendenza”, metta da parte le convenienze delle strutture burocratiche degli organi costituzionali e ne affermi, inconfutabilmente, la sottoposizione alla legge.”