"In occasione dell'insediamento di Sergio Mattarella al Quirinale, Irene Testa rivolge l'invito al nuovo Presidente, di imprimere una ventata di novità alla trattazione del polveroso dossier dell'autodichia degli organi costituzionali. Una decisione diversa, rispetto al passato, darebbe ingresso allo Stato di diritto anche per una categoria di persone, sin qui trattata in maniera maggiordomale invece che da cittadini".
"L'ordinanza n. 740/2015 della Corte di cassazione ha citato la Presidenza della Repubblica dinanzi alla Corte costituzionale, per un conflitto tra poteri dello Stato: esso nasce proprio dal precedente rifiuto del Quirinale di consentire alla Cassazione di decidere - in terzo grado - sulle controversie di lavoro dei dipendenti del Colle. Se Mattarella ritirasse l'eccezione di carenza di giurisdizione del Giudice ordinario, il conflitto non avrebbe più luogo ed anche le parallele vicende di Camera e Senato riceverebbero una linea di indirizzo assai significativa".
"Il nuovo Presidente ha dunque l'opportunità di aprire uno squarcio di luce, in una questione che - lasciata incancrenire con le lungaggini che, nel caso del Senato, già superano il decennio - rischia di portare ad una condanna dell'Italia a Strasburgo".
Proprio nel luogo in cui nasce la legge del nostro Paese, quella stessa legge non ha diritto di entrare. E' questo il risultato dell'autodichia, una prerogativa del parlamento italiano che affida ad appena una ventina di persone (i componenti dell'ufficio di presidenza di ciascuna camera) la più totale autonomia decisionale in numerosi ambiti, sfuggendo al controllo, tra gli altri, della legge ordinaria, della Guardia di Finanza, della Corte dei Conti e degli ispettori del lavoro.
martedì 10 febbraio 2015
Mattarella: Irene Testa, serve ventata di novità su autodichia degli organi costituzionali
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