giovedì 26 febbraio 2015

NON SIAMO I PRIGIONIERI DI ZENDA

FIRMA ANCHE TU CONTRO GESTIONE PERSONALE DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI. BASTA UN SEMPLICE CLIC!

Dichiarazione di Irene Testa coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, e diMaurizio Turco, già parlamentare Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera

I Presidenti delle Camere si fanno belli con l’opinione pubblica, mediante l’autodichia: i vitalizi degli ex parlamentari condannati saranno tagliati senza una legge.
Il metodo seguito per regolare “in casa” i rapporti di lavoro, sottraendoli al giudice di tutti gli italiani, ora viene utilizzato per tutta una serie di vicende: si invoca la presunta autonomia normativa dei Consigli di Presidenza delle Camere ogni qualvolta non si ha la forza, il coraggio, la competenza e la professionalità giuridica per scrivere una proposta di legge e sottoporla alle due Camere che ancora, fino a prova contraria, hanno la competenza legislativa.

In questo modo si sancisce la vera e propria ineluttabilità storica dell’autodichia: siamo diventati le vittime di questo modo malato di gestire le pubbliche amministrazioni degli organi costituzionali. Nessun organo di stampa da due anni rilancia la battaglia di un nostro collega demansionato, mandato in giro tra le supreme Corti di questo Paese: ora sappiamo perché.
I Presidenti possono farsi belli con l’opinione pubblica grazie alla connivenza della libera stampa, che fa da tribuna ai loro gesti di monarchi illuminati, che tagliano privilegi con un tratto di penna. La convenienza del cosiddetto giornalismo d’inchiesta, per battaglie mediatiche permanenti, si giova della delegittimazione delle Istituzioni, che proviene da Presidenti che possono accordare la loro benevola adesione con un tratto di penna.
Nessuna risposta a chi ha chiesto un nuovo approccio alla gestione amministrativa delle Camere, nel rispetto dell’articolo 23 della Costituzione e dismettendo l’antico privilegio dell’autodichia. Molto più comodo è invocarla per evitare il costo di bilanciare interessi con il dibattito pubblico, proprio di un corretto ed ordinario procedimento legislativo. Molto più comodo tagliare a fette l’ordinamento delle Camere, come un salame.
Noi non siamo d'accordo e rispettosamente intendiamo farlo sapere.

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