ROMA, 17 NOV - "Invito tutta la stampa a presenziare, domani, all'udienza pubblica della Corte di Cassazione, nella causa Lorenzoni contro Senato", ha dichiarato il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia. "Negli atti di causa sono depositati i disegni di legge che da cinque anni cercano di abrogare l'autodichia, a dispetto di chi ritiene si tratti di un principio costituzionale impossibile da abolire."
"Si tratta di materiale sul quale in Senato è stata messa la sordina, come avvenuto anche alla versione integrale di un mio ordine del giorno, di cui il 24 settembre scorso la Presidenza del Senato ha impedito la pubblicazione", ha continuato Buemi. "L'inammissibilità disposta dal presidente Grasso impedisce al pubblico anche la conoscenza di una mia precedente interrogazione, anch’essa volta a sottolineare l’assoluta irrazionalità della cosiddetta 'giustizia domestica'", ha spiegato Buemi. "Essa è alla radice della decisione di sottrarre, da un lato, lo status dei dipendenti alla disciplina generale del pubblico impiego e, dall’altro lato, le forniture e gli affitti alla normativa appaltistica di fonte europea."
"Il Senato dia dignità al suo ruolo istituzionale difendendosi nel merito, se ha davvero ragioni per contrastare le convincenti argomentazioni del ricorrente. Se invece il Senato continuerà a rivendicare l'autodichia - ha osservato il senatore socialista - dimostrerà al Paese di avere ancora inconfessabili motivi per ritagliarsi, al di fuori delle sue funzioni politiche, un'esenzione giurisdizionale che la sentenza n. 120/2014 ha dimostrato essere l'ultima esistente in tutto il mondo."
"Esercitando appieno i suoi poteri decisori, invece dell’inutile prolungamento del processo con nuovo conflitto in Corte costituzionale - ha concluso Buemi - la sede autorevole delle sezioni unite della Cassazione potrà finalmente gettare un fascio di luce su questo angolo buio dell’ordinamento interno delle Camere.”
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