mercoledì 4 dicembre 2013

La MINI-AUTODICHIA DEI FORTINI REGIONALI:Bernardini/Testa: basta "zone franche" dai controlli sulle spese


Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani, ed Irene Testa, coautrice del libro "Parlamento zona franca" edito da Rubbettino, in riferimento alla polemica tra il presidente del parlamentino umbro Brega e Bruno Vespa, hanno dichiarato:

"Se il presidente Brega vuole rendere più efficace la sua confutazione della vena populistica assunta di recente da Vespa, non dovrebbe cavarsela col dire che le Regioni hanno già provveduto all'adeguamento degli ordinamenti alle misure sul contenimento dei costi della politica: affermare questo, non significa dire che tutto quello che c'era da fare sia stato fatto.

Una potente lobby regionale ha infatti impedito che nel decreto Monti dell'anno scorso fosse approvato l'emendamento 1.24, con il quale i senatori radicali chiedevano il controllo esterno sui rendiconti dei consigli regionali: col risultato che è ancora possibile invocare una lontana legge del 1973 per sottrarre, al giudizio della Corte dei conti, il documento contabile fondamentale dei venti parlamentini regionali.

La chiave per uscire dall'antipolitica non è chiudersi nei privilegi, ma aprirsi alla trasparenza ed al controllo: non deve più verificarsi che il Consiglio regionale della Basilicata cerchi di evitare la condanna per danno erariale - arrecato da una consulenza esterna attivata dal locale Consiglio di Presidenza - invocando l'insindacabilità dei suoi componenti. Deve essere chiaro che gli atti di funzionamento delle assemblee elettive, a qualsiasi livello, sfuggono a qualsiasi autodichia e sono sottoposti al sindacato giurisdizionale: proprio come richiesto, per il Parlamento, dalla proposta di legge Bernardini citata nell'ordinanza della Cassazione n. 10400 del maggio scorso.

L'accusa di alimentare ambiti di opacità e di connivenza, tra politica ed amministrazione, si può contrastare efficacemente solo abbandonando la rivendicazione di status privilegiati. Proprio oggi, il patto per cambiare le relazioni sindacali all'interno dell'ente Regione Toscana - che ha l'obiettivo di regolamentare specifici ambiti di appartenenza professionale, indifferentemente sia per i dipendenti del Consiglio che per quelli della Giunta - va perciò salutato come utile a propiziare una tendenziale armonizzazione di status tra tutti i pubblici dipendenti."

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