lunedì 23 dicembre 2013

AFFITTI D'ORO CAMERA DEI DEPUTATI. BERNARDINI E TESTA. POLEMICA INUTILE, PER RECEDERE DAI CONTRATTI BASTA APPLICARE L'ARTICOLO 3 DEL DECRETO MONTI.



Rita Bernardini Segretaria di Radicali Italiani e Irene Testa coautrice con Alessandro Gerardi del libro “Parlamento Zona franca” in riferimento alla questione degli affitti d’oro della Camera dei deputati, ha dichiarato:

“La Presidenza della Camera dei deputati ha uno strumento immediato, diretto e trasparente per risolvere il groviglio strettosi intorno ai palazzi Marini: invece di continuare a mandare input contraddittori al Governo, applichi direttamente l’articolo 3 del decreto Monti, che consente la facoltà di recesso a tutte le amministrazioni incluse nell’elenco ISTAT. Se infatti si apre quell’elenco, si scopre che in cima esso esordisce con le parole “Organi costituzionali” e, tra questi, vi è indiscutibilmente la Camera dei deputati.
La Presidenza della Camera ha quindi già ora la possibilità di disdettare i contratti con Scarpellini: se non lo fa, è solo perché vuole restare coerente con la mitologia dell’autodichia che la ha condotta a costituirsi in giudizio contro la Corte di cassazione nel giudizio che sarà deciso l’11 marzo prossimo dalla Corte costituzionale.”

domenica 22 dicembre 2013

La polemica (inutile) sugli affitti intoccabili di Camera e Senato

Il caso degli affitti di Montecitorio http://www.goleminformazione.it/commenti/affitti-montecitorio-camera-senato-contratti-locazione.html

22 Dicembre 2013 di

Ecco perché il Senato ha cancellato la norma approvata dalla Camera che consentiva di recedere dai contratti di locazione milionari stipulati dal Parlamento. Ancora una volta la politica si impicca a questione marginali mentre l’informazione cavalca la demagogia incapace di comprendere la verità.

La polemica (inutile) sugli affitti intoccabili di Camera e Senato
In un ipotetico commentario civilistico del prossimo decennio, quello che stiamo vivendo potrebbe essere definito il “diritto privato della crisi economica”: ma un po’ dappertutto, nell’ordinamento giuridico, si registra da qualche anno l’affievolimento di affidamenti, aspettative e veri e propri diritti, soprattutto quando toccano la parte debole del rapporto giuridico.

Il contribuente, il lavoratore, in servizio o in quiescenza, il lavoratore autonomo ed il parasubordinato aspettano con apprensione di leggere - nelle Gazzette Ufficiali che recano periodicamente le leggi di conversione dei decreti-legge degli ultimi tre Governi – come si atteggerà la propria situazione giuridica: sempre più spesso i calcoli fatti prima di intraprendere un’iniziativa, un lavoro, un’opera vengono bruscamente mutati sotto l’imperio della necessità economica del Paese, che tutto e tutti astringe. Quel che più amareggia è che anche il Giudice delle leggi, spesso, queste esigenze pone in cima alla sua valutazione, giudicando recessive le situazioni di migliaia di cittadini che invocano dinanzi ad esso parametri di tutela scolpiti in Costituzione.

mercoledì 4 dicembre 2013

La MINI-AUTODICHIA DEI FORTINI REGIONALI:Bernardini/Testa: basta "zone franche" dai controlli sulle spese


Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani, ed Irene Testa, coautrice del libro "Parlamento zona franca" edito da Rubbettino, in riferimento alla polemica tra il presidente del parlamentino umbro Brega e Bruno Vespa, hanno dichiarato:

"Se il presidente Brega vuole rendere più efficace la sua confutazione della vena populistica assunta di recente da Vespa, non dovrebbe cavarsela col dire che le Regioni hanno già provveduto all'adeguamento degli ordinamenti alle misure sul contenimento dei costi della politica: affermare questo, non significa dire che tutto quello che c'era da fare sia stato fatto.

Una potente lobby regionale ha infatti impedito che nel decreto Monti dell'anno scorso fosse approvato l'emendamento 1.24, con il quale i senatori radicali chiedevano il controllo esterno sui rendiconti dei consigli regionali: col risultato che è ancora possibile invocare una lontana legge del 1973 per sottrarre, al giudizio della Corte dei conti, il documento contabile fondamentale dei venti parlamentini regionali.

La chiave per uscire dall'antipolitica non è chiudersi nei privilegi, ma aprirsi alla trasparenza ed al controllo: non deve più verificarsi che il Consiglio regionale della Basilicata cerchi di evitare la condanna per danno erariale - arrecato da una consulenza esterna attivata dal locale Consiglio di Presidenza - invocando l'insindacabilità dei suoi componenti. Deve essere chiaro che gli atti di funzionamento delle assemblee elettive, a qualsiasi livello, sfuggono a qualsiasi autodichia e sono sottoposti al sindacato giurisdizionale: proprio come richiesto, per il Parlamento, dalla proposta di legge Bernardini citata nell'ordinanza della Cassazione n. 10400 del maggio scorso.

L'accusa di alimentare ambiti di opacità e di connivenza, tra politica ed amministrazione, si può contrastare efficacemente solo abbandonando la rivendicazione di status privilegiati. Proprio oggi, il patto per cambiare le relazioni sindacali all'interno dell'ente Regione Toscana - che ha l'obiettivo di regolamentare specifici ambiti di appartenenza professionale, indifferentemente sia per i dipendenti del Consiglio che per quelli della Giunta - va perciò salutato come utile a propiziare una tendenziale armonizzazione di status tra tutti i pubblici dipendenti."